
Accogliere il vuoto è un’esperienza extra ordinaria, oserei dire coraggiosa.
Siamo così bombardati da stimoli nel nostro quotidiano, che la nostra mente è sovraccarica, così com’è sovraccarico il sistema nervoso e le nostre emozioni. Siamo naturalmente tesi e le condizioni di rilassamento vengono affidate a contesti di benessere o ad isole felici ben distanti dalla nostra ordinarietà.
Basti pensare che a volte, anche andare in vacanza ci risulta faticoso, perché nello stacco dal fare e dai ruoli, ci ritroviamo quasi nell’imbarazzo di gestire il vuoto e la pausa. Il più delle volte il “vuoto” è temuto e ci disorienta. Ci crea una sorta di imbarazzo, non sappiamo come relazionarci, cerchiamo subito di colmarlo, di occuparlo, di fare qualcosa pur di non stare in sua compagnia. Ci sentiamo impreparati, lasciati a noi stessi e non sappiamo gestire le pause, quasi come se un senso di smarrimento e confusione ci venisse a prendere lasciandoci nello sconcerto.
Eppure… alle volte… solo quando lasciamo andare questa compulsione a riempire, a cui i nostri tempi ci educano con così tanta determinazione, possiamo godere di un raggio di sole sulla pelle, di una carezza, di un profumo o di una canzone.Occorre fare spazio e imparare a sostare nel vuoto, per permettere alla bellezza di affiorare al di là di qualunque intenzione…
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