Imparare a stare con sé

Sostare seduti comodamente, per un tempo prolungato, mentre il respiro diventa l’unico oggetto della nostra attenzione.
Osservando il nostro corpo e la nostra mente calmi, testimoni di pensieri, emozioni e sensazioni che ci attraversano come il passaggio delle nuvole nel cielo.

Sentire e sapere di star sentendo, di star facendo esperienza, dell’esser vivi, partecipi dell’esistenza semplicemente essendo presenti in assenza del fare.
Distinguere tra la mente che patisce e la mente che guarda il patire e commuoversi per questa incredibile possibilità.

Sperimentare un’essenza capace di elevarsi oltre la dimensione ordinaria delle forme, degli scopi e delle narrazioni, cogliendone il gioco assurdo e al contempo necessario.

Discernere che c’è un piano più sottile nell’umano in cui ogni differenza e contraddizione viene accolta, legittimata, compresa, fino a che tutto è in dialogo con tutto e non vi è più opposizione.

Sperimentare uno sguardo equanime che include in sé ogni sfumatura (di noi stessi, degli altri e del mondo) capace di elevarsi sopra la ragione e di intuire con il cuore e con le viscere che c’è una comprensione “altra”.

E infine essere grati e meravigliarsi semplicemente di poter sperimentare tutto questo, nella consapevolezza della transitorietà del tutto, poter godere di un briciolo di luce…

foto di Vlad Bagacian su Pexels

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Le posture nello Yoga

Nello Yoga ci sono le posture, Asana, che l’insegnante propone e guida ad affinare secondo la coerenza del corpo e l’invito all’ascolto delle sensazioni che generano. Le Asana sono dei “ponti” attraverso i quali la mente del praticante può sostare, cominciando a sviluppare la concentrazione e ad affinare la percezione. Le posture ci orientano e ci aiutano a capire il nostro corpo, ci permettono di sentirlo, di localizzare le tensioni e in generale aiutano la mente a focalizzarsi, attraverso le sensazioni, sul momento presente.

Questo lavoro, oltre ai benefici che genera su un piano fisico, ha l’effetto di allentare le tensioni mentali e lo stress, riducendo il chiacchiericcio dei pensieri, sullo sfondo dell’esperienza, calmando la mente e riducendo la reattività.
Questo ad un primo livello accade sempre, ed è per questo che generalmente una persona che esce da una sessione di yoga (che sia un percorso serio e almeno in parte contemplativo), ne esce rigenerata e con un senso di benessere diffuso. Ma questo è solo il primo passaggio a cui lo Yoga conduce.

Il vero “salto” accade quando, dopo aver acquisito e padroneggiato l’ascolto del corpo, la capacità di percepire e di rilasciare tensioni, la concentrazione, la consapevolezza del respiro… siamo capaci di accorgerci del nostro rapporto con l’esperienza di Asana; la qualità dell’ascolto, il riconoscimento dell’intenzione, la qualità del nostro dialogo interno se si attiva commentando l’esperienza.

Insomma, l’essenza dello Yoga inizia quando iniziamo a cogliere il nostro “modo” di praticare, il che richiede di coltivare piuttosto che il “fare”, il controllare, il dirigere… un certo “lasciar fare”, lasciar emergere, lasciar affiorare ciò che già sta accadendo, lasciando che le nostre pretese, tensioni, brame, possano arrendersi alla verità di ciò che sta accadendo…

(Continua…)

Foto di Rainer Eck: Pexels

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