
Occorre conseguire una posizione stabile e comoda del corpo che non sia più fonte di disturbo per la concentrazione. Questo è possibile allenando il corpo attraverso le asana, la consapevolezza del respiro e lo yoga.
Insieme alla stabilità del corpo è necessario avere accesso ad uno stato contemplativo della mente: la capacità di restare a lungo in spazi privi di pensiero o in cui i pensieri non sono più disturbanti ma si placano sul fondo della coscienza, così come tutto il resto.
Occorre aver compreso, non razionalmente, ma attraverso una esperienza intuitiva e radicale, che i pensieri, le emozioni e tutti i fenomeni percepiti come “interni” o come “esterni” sono della stessa natura: impermanenti, inconsistenti e privi di fondamento.
Da questa base inizia la MEDITAZIONE… che fondamentalmente è un’indagine sull’esperienza umana, attraverso la consapevolezza di sé e di come l’umano si comporta profondamente, essenzialmente, nelle sue forze più profonde e radicali.
Una volta conseguita la capacità di meditare, allora inizia un percorso serio… in cui possiamo prendere coscienza della nostra RELAZIONE col mondo, con noi stessi, con l’altro da noi.
Meditando consapevolmente, con le giuste condizioni, iniziamo a riconoscere i nostri meccanismi interiori, le reazioni affettive, emotive, gli attaccamenti, le convinzioni erronee, le brame, l’avversione e le pretese su noi stessi e sul mondo… A mio parere, è solo a questo livello di pratica che stiamo cominciando a fare qualcosa di sensato e di realmente trasformativo per noi… e, solo a questo livello di consapevolezza, abbiamo qualche possibilità di far emergere e coltivare la forza della compassione.
Ma occorre “rompere” il muro della mente transitiva e accedere a dimensioni più profonde, iniziatiche…
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